È stato stabilito il nuovo assetto contrattuale per i 4.600 lavoratori di Pomigliano che verranno assunti, a partire da gennaio, per produrre la nuova Panda che sarà sul mercato tra l’autunno e la fine del prossimo anno.
Aumenti retributivi di circa 30 euro al mese, un nuovo inquadramento professionale aggiornato alle nuove condizioni di lavoro, con l’esclusione dal sistema di rappresentanza dei sindacati non firmatari dell’intesa, sono le principali novità del nuovo contratto dello stabilimento campano. Il testo integrale dell’accordo.
Dichiarazione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
“La firma del contratto collettivo che verrà applicato ai lavoratori assunti dalla nuova società Fiat di Pomigliano consolida l’investimento promesso – e già avviato – mentre migliora le condizioni retributive e le potenzialità di progressione reddituale e professionale dei lavoratori. Il Governo ha fatto la sua parte con la detassazione – al dieci per cento – di tutta la parte del salario che si può ricondurre alle intese per la maggiore produttività del lavoro. Tutto ciò nasce da esigenze pratiche e non da disegni ideologici. Ben venga tuttavia un’utile discontinuità nel sistema di relazioni industriali, soprattutto là ove il vecchio impianto politico-culturale fondato sull’inesorabile conflitto sociale ha prodotto bassi salari e bassa produttività. E’ ora il tempo di accelerare tutto ciò che, al contrario, può far crescere tanto i redditi da lavoro quanto la competitività delle imprese perché le relazioni industriali hanno un ruolo primario nell’attrazione di investimenti. Come ha detto Vendola, si tratta di una questione “dirimente”. Di fronte a queste scelte a nessuno sarà consentito di stare insieme con la Lazio e con la Roma”.
La reazione del sindacato Fiom che, non avendo firmato l’accordo, non potrà far parte delle rappresentanze sindacali aziendali.
Il Comitato Centrale della Fiom considera la scelta compiuta dalla Fiat alle Carrozzerie di Mirafiori un
atto antisindacale, antidemocratico ed autoritario senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali
nel nostro Paese dal dopoguerra, in contrasto con i princìpi ed i valori della nostra Carta Costituzionale.
L’obiettivo strategico della Fiat è chiaro: provare a cancellare in modo definitivo il sistema dei diritti
individuali e collettivi nel lavoro, conquistati nel tempo con le lotte dalle lavoratrici e dai lavoratori del
nostro Paese, tramite una libera ed autonoma azione di contrattazione collettiva ed affermare che questa
è l’unica condizione per poter investire in Italia.
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