La lucidatura dell’auto è un processo di finitura che ha lo scopo di voler conferire alla superficie della carrozzeria un aspetto lucente e brillante, rinnovando l’aspetto estetico della verniciatura, sia nella sua struttura che nel colore. Un sito di riferimento e molto completo sul tema del detailing auto è La Cura Dell’Auto, dal quale sono stati tratti alcuni spunti per la redazione di questo scritto. Il primo consiglio è quello di scegliere con cura i tamponi e l’eventuale lucidatrice, cogliendo il meglio che la tecnologia mette a disposizione sul mercato.
La lucidatura dell’auto
Una lucidatura eseguita in maniera corretta e professionale saprà ridonare alla vernice dell’automobile un aspetto veramente incredibile, sapendo fare la differenza tra un lavoro ben eseguito ed uno approssimativo. Per questo risulta importante servirsi di un professionista in grado di agire attentamente con i passaggi in sequenza.
Per il risultato finale molto dipende anche dallo stato dell’arte della carrozzeria e della verniciatura: uno degli scopi della lucidatura è la rimozione quanto più minuziosa possibile delle imperfezioni dovute alla vernice, la quale è composta da due parti (la base colorata e lo strato trasparente). Con la lucidatura si agisce proprio sullo strato più superficiale, in quanto è questo che dona lucentezza al colore della carrozzeria.
L’operazione è fattibile dagli appassionati del fai da te, ma logicamente un professionista garantirà una maggior esperienza e potrà avvalersi di tutti i mezzi a disposizione, arrivando ad ottenere un risultato decisamente migliorativo.
Il procedimento richiede diversi passaggi da eseguirsi in ordine e a seconda delle esigenze.
La clay bar
L’utilizzo della clay bar (che altro non è che una sostanza a base argilla) è consigliato per rimuovere le impurità della superficie, ma non per eliminare graffi o scalfitture. Serve per preparare la carrozzeria alla lucidatura, generando la possibilità di un aggrappaggio migliore del prodotto lucidante. Ci sono delle imperfezioni che rovinano la lucentezza dello strato trasparente ma che a occhio nudo non sono visibili. Questo accessorio ne consente la rimozione, abbattendo la micro rugosità.
La lucidatura dell’auto è un processo che andrebbe eseguito un paio di volte l’anno e di conseguenza, anche il passaggio con la clay bar potrebbe richiedere una simile frequenza, anche se non è cosa direttamente correlata. Risulta determinante passare la clay bar in seguito al lavaggio della carrozzeria e utilizzare il corretto lubrificante apposito per agevolare lo scorrimento. In caso contrario il rischio di rovinare irreparabilmente la superficie è notevole.
La lucidatura e il polish
La lucidatura non va confusa con l’applicazione della cera come molti invece erroneamente pensano, ma è un’operazione che viene svolta prima. Lo scopo è quello di rimuovere i piccoli graffi (definiti swirl) che si generano con il tempo, dovuti a usura, stracci, depositi. Una cera coprirebbe il problema soltanto in maniera temporanea.
Il prodotto più idoneo per lucidare la carrozzeria dell’autovettura è il polish. Questa pasta è leggermente abrasiva e si presenta in commercio con gradi di aggressività differenti.
Per lucidare in modo corretto la propria auto è consigliabile iniziare con un polish poco aggressivo per poi incrementare la forza al fine di rimuovere i segni più difficili.
La superficie deve essere perfettamente pulita e asciutta, anche se precedentemente è stata preparata con la clay bar. L’applicazione può essere svolta ponendo una piccola quantità di pasta su di un tampone, il quale può essere mosso circolarmente sia manualmente o con l’impiego di macchine lucidatrici rotative oppure rotorbitali, con queste ultime che offrono una gestione più immediata e semplice del processo.
Al termine del processo di lucidatura è importante proteggere il lavoro svolto. Ciò è possibile farlo grazie all’applicazione di un sigillante e di una cera di protezione, al fine di creare uno strato sottilissimo in grado di riparare la vernice trasparente (e di conseguenza il colore) da eventuali attacchi di agenti esterni.
La scelta della lucidatrice e dei tamponi
La pratica porta ad affermare che servirsi di una lucidatrice garantisce risultati migliori in fatto di lucidatura auto, in quanto un elemento discriminatorio riguarda la pressione che si esercita durante l’applicazione del polish.
La macchina offre la garanzia di generare sempre la medesima forza, stendendo la pasta in maniera quanto più uniforme possibile. Manualmente è comunque possibile la lucidatura, ma richiede un notevole sforzo dal punto di vista fisico, necessitando di movimenti circolari e piuttosto rapidi, simulando, di fatto, i movimenti della lucidatrice.
Avvicinarsi però manualmente a quanto viene eseguito meccanicamente risulta praticamente impossibile: le lucidatrici hanno rotazioni di oltre 6.000 giri al minuto, valore che l’uomo non potrà mai raggiungere fisicamente.
La qualità del lavoro e quindi del risultato finale dipende dal tipo di prodotti utilizzati per il procedimento, oltre che dai tamponi impiegati. Esistono prodotti che possono generare effetti differenti anche a seconda della carrozzeria da trattare.
Quello che più conta, infatti, non è tanto la lucidatrice, il singolo tampone, oppure il tipo di prodotto di cui ci si serve, ma è il mix che contribuisce all’ottenimento di una finitura ottimale per quel tipo di verniciatura.
Lucidatrice rotativa e rotorbitale
Le due tipologie di macchine utilizzate per la lucidatura auto sono quelle rotative oppure rotorbitali.
Lucidatrice rotativa: rappresentano la soluzione ideale per i professionisti perché lavorano a basse velocità, in maniera più precisa e riescono a rimuovere gli swirls in minor tempo.
Sono versatili in quanto sono compatibili con diversi tamponi e platorelli, riuscendo anche ad ospitare diverse dimensioni. Una problematica presente nelle lucidatrici rotative riguarda però proprio il loro impiego, che è destinato esclusivamente ad una mano professionista ed esperta. Un semplice appassionato che si approccia alla lucidatura auto con una rotativa rischia di rovinare in maniera irreversibile la carrozzeria generando segni e aloni alla vernice.
Lucidatrici rotorbitali: il pubblico di riferimento è il principiante, ossia colui il quale ama prendersi cura del proprio veicolo non per professione, ma per diletto e hobby. Si caratterizza per una movimentazione che avviene per vibrazioni e non per rotazioni, riducendo di moltissimo la probabilità di rovinare la verniciatura. A meno di usi impropri, risulta praticamente impossibile generare segni sulla carrozzeria e lascia quindi un certo margine di errore facilmente recuperabile.
Il mercato propone diverse alternative, da quelle entry level fino a quelle più professionali, senza perdere di vista un rapporto qualità-prezzo vantaggioso. Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è la facilità di gestione, oltre alla grande compatibilità che garantisce nella scelta dei tamponi e dei polish.
Sintesi sulla lucidatura auto
Una buona lucidatura deve essere eseguita svolgendo con criterio una serie di operazioni, senza però mai perdere di vista lo stato attuale della carrozzeria e l’obiettivo finale.
Preparazione: dopo aver lavato e asciugato l’auto è utile decontaminare la superficie, mediante l’utilizzo eventuale di una clay bar, da usare con attenzione e nella maniera corretta.
Risciacquo: un ulteriore risciacquo permette di asportare eventuali residui lasciati dalla clay bar.
Scelta del polish: in base allo stato della carrozzeria è necessario procedere alla scelta della pasta da impiegare nella lucidatura. Se l’auto è messa discretamente è inutile iniziare con un polish eccessivamente aggressivo. Meglio sempre iniziare con una grana fine per poi eventualmente spostarsi verso l’impiego di una grana più grande.
Scelta del metodo e dell’applicatore: la lucidatura auto può avvenire manualmente oppure con l’ausilio di lucidatrici. Tra queste ultime è meglio preferire quella rotorbitale piuttosto che quella rotativa.
Quest’ultima infatti è prediletta dai professionisti e non dagli hobbisti in quanto è più difficile da controllare e spesso è possibile generare aloni sulla vernice se non impiegata nel modo corretto.
Lucidatura: è la vera e propria fase chiave del processo. Il fai da te è ben accetto qualora si abbia l’esperienza e l’attrezzatura giusta. L’applicazione manuale è faticosa e non riuscirà a garantire risultati pari a quelli offerti dalle lucidatrici elettriche a movimentazione meccanica.
Per ottenere buoni risultati potrebbero rendersi necessari ulteriori passaggi, magari anche impiegando prodotti differenti ma tra loro compatibili. Ti consiglio di consultare questa selezione di lucidatrici rotative e rotorbitali.
Protezione: una volta lucidata perfettamente la superficie va protetta. L’ideale richiederebbe l’applicazione prima di un sigillante, in grado di andare a riempire i micro solchi generati dal polish e successivamente di una cera protettiva in grado non solo di ricoprire con un invisibile strato di prodotto la superficie, ma anche di esaltarne la lucentezza, donando anche un effetto idrorepellente.
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