I festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia rappresentano un’occasione per abbracciare in un solo sguardo il passato, il presente e il futuro del nostro Paese. Per questa ragione, e non solo, il Centro Storico Fiat di via Chiabrera 20, a Torino, apre al pubblico per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dal 13 febbraio al 27 novembre 2011 sarà infatti possibile conoscere da vicino le origini della più grande impresa industriale privata italiana, che, con la nascita avvenuta l’11 luglio 1899 a Torino, è stata tra le fondatrici dell’industria automobilistica europea.
Inaugurato nel 1963 e ora ristrutturato, ospita una collezione di auomobili e cimeli della storica azienda torinese e “per la prima volta – spiega Lodovico Passerin d’Entraives, responsabile Relazioni con gli enti locali di Fiat – l’archivio storico è raccolto in un unico luogo. Fiat ha voluto tutto riunito, catalogato e disponibile“.
Oltre 9 mila metri di scaffalature conservano 300 mila disegni, 5 mila volumi e riviste e oltre 6 milioni di immagini. Ma non solo. “Nelle sale – dice Filippo di Pralormo, presidente dell’Ugaf, l’associazione degli anziani Fiat – saranno presenti degli ex lavoratori in pensione che daranno assistenza ai visitatori”. Oltre alle installazioni permanenti, si potra’ anche visitare la mostra temporanea “Immagini dall’Archivio Fiat 1980-2010“.
Centro Storico Fiat ha sede in un edificio liberty che fu il primo ampliamento (1907) delle officine di corso Dante dove nacque l’azienda.
Fin dall’inizio è stato teatro di momenti importanti nella storia della Fiat: il primo risale al 4 maggio 1966 quando, nel salone centrale, Vittorio Valletta, una delle figure chiave nella storia ultracentenaria dell’azienda fondata dal Senatore Giovanni Agnelli, firmò l’accordo con l’URSS che portò alla costruzione di Togliattigrad.
Ora il Centro Storico ospita una collezione di automobili, cimeli, modellini e manifesti pubblicitari di artisti che copre l’intera storia dell’azienda. Dalla prima vettura, la 3½ Hp, all’impressionante “Mefistofele“, che nel 1924 batté il record mondiale assoluto di velocità. E poi ci sono il primo trattore, il Fiat 702 del 1919; l’autocarro 18BL, che motorizzò le truppe italiane nella prima guerra mondiale, la Littorina, protagonista del trasporto ferroviario a partire dagli anni Trenta e l’affascinante caccia G91, il velivolo disegnato da Giuseppe Gabrielli e poi adottato dalla NATO.
Il percorso di visita, in cui è possibile imbattersi in motori per navi, biciclette, frigoriferi e lavatrici “targati” Fiat, si snoda attraverso la ricostruzione di alcuni stabilimenti simbolo della storia aziendale e dei cambiamenti nel modo di lavorare. Così è possibile ritrovare la prima officina di corso Dante dove la produzione è ancora ricalcata sulle specializzazioni di mestiere e non esiste un ciclo continuo del prodotto oppure lo stabilimento del Lingotto, ultimato nel 1922, che destò l’ammirazione di le Courbusier per la modernità e l’eleganza del suo sviluppo verticale. Trovano infine spazio anche la ricostruzione di una catena di montaggio di Mirafiori negli anni Cinquanta e l’ufficio del progettista Dante Giacosa, il “papà” delle utilitarie, la Topolino, la 600 e la 500, che hanno motorizzato l’Italia.
Il museo sarà aperto la domenica, il lunedì e il martedì (orario 10-13/15-19) e l’ingresso sarà gratuito.
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