Gian Maria Aghem e Pier Giovanni Fiorio Trono due torinesi doc stanno conducendo dopo otto tappe una gara brillante ma giudiziosa, che ha consentito di essere in ottava posizione nel raggruppamento vetture ante 1975 e quinti nella classe 3 per vetture prodotte sino al 1975 e con motori inferiori ai due litri – i nostri piloti dispongono di un modesto motore 1300!
Hanno coperto sinora circa 3000 dei 12mila km del percorso, incontrando notevoli difficoltà, in quanto si tratta di una gara molto dura come ha dichiarato, Aghem un esperto pilota, in uno dei suoi giornalieri rapporti.
La cosa più confortante è che la “fulvietta va proprio bene”, ha affermato l’equipaggio torinese, pare infatti, da quanto dicono, che sia migliorata con il tempo, si vede che la piccola Lancia si è abituata ad affrontare questi fondi stradali talmente difficili, che hanno costretto gli organizzatori a “tagliare” delle prove cronometrate troppo massacranti, trasformandole in normali trasferimenti.
Il morale della coppia, che vale la pena di ribadire, è la sola italiana in gara, è ottimo anche in funzione del confortante risultato ottenuto, sia pure con una condotta molto prudente e oculata.
Si tratta di equipaggio che ha grande esperienza di lunghi Rally europei e sanno benissimo come dosare gli sforzi ai quali il mezzo viene sottoposto. Sul piano fisico dichiarano di sentirsi bene, anche se ora devono ancora affrontare quattro tappe, prima della giornata di riposo a Novosibirsk.
A stasera, alla fine dell’ottava tappa, sono ancora in gara 39 auto del gruppo delle anziane, ante 1941 e 52 di quelle più giovani – sino al 1975, ma alcune hanno accumulato distacchi abissali. Nel gruppo dei nostri piloti si va da un tempo totale del primo di 70 ore, alle 150 ore dell’ultimo.
Aghem Fiorio hanno un distacco dal primo del raggruppamento di circa 1h e 20 minuti, con queste percorrenze si tratta di un risultato sicuramente incoraggiante.
Domani nona tappa sempre in Mongolia da Chjargas Lake a Uureg Lake di 259 km.
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