Chi è cresciuto con il mito della Paris-Dakar (quella africana), del Camel Trophy o del Pharaons Rally, ma anche solo per l’immaginario creato nei più giovani dal passaparola delle precedenti generazioni, sa bene cosa voglia dire l’irrefrenabile richiamo delle gare d’avventura. Quelle competizioni motoristiche, a due o quattro ruote, che forgiano il carattere di chi vi partecipa, spesso uomini più vicini ad eroi che a semplici piloti. Anime inquiete alla ricerca del proprio limite nell’ambiente selvaggio, sterminati orizzonti al posto di cordoli e guardrail, sabbia e polvere su terreni scoscesi piuttosto del liscio asfalto gommato di un circuito, che al comfort di un paddock bordo pista preferiscono il gusto dei bivacchi serali sperduti nel nulla.
E’ da qualche anno che alle porte d’oriente, tra la costa mediterranea e l’entroterra della Cappadocia, si svolge la Transanatolia (www.transanatolia.com), competizione emergente in terra turca che richiama frotte di specialisti del rally raid, una sorta di palestra in vista della Dakar per taluni, la gara della vita per altri. Manubri e volanti dedicati al più aspro confronto, lungo 3.000 chilometri suddivisi in sette giornate, che quest’anno, per la sua settima edizione, impegnerà i concorrenti dal 20 al 27 di agosto.
Nella sfida con il suggestivo teatro offerto da quell’assortimento di situazioni quanto mai varie, tra sabbia litoranea, sterrati campestri, sottobosco delle foreste e rocce d’altura (qui le immagini delle passate stagioni www.transanatolia.com/en/gallery) , come di consueto saranno due le categorie ammesse: Rally, la classe regina dedicata alla gara cronometrata, e Raid, per chi privilegia la navigazione, con road book e waypoints programmati sul Gps, entrambe aperte a moto, quad, buggy auto 4×4 e camion. La novità di questa edizione 2016 è rappresentata da un percorso inedito, con lo schieramento di partenza disposto per la prima volta nella vacanziera Izmir, sul mar Egeo, per proseguire verso l’interno della Cappadocia, fin sulle alture dei monti Toros, con un’escursione che dal livello del mare porterà la carovana verso il limite dei 3.000 metri di quota.
Per non smentire il detto che vuole gli italiani come un popolo d’eccellenti piloti, il palmares della Transanatolia annovera numerosi successi e piazzamenti d’onore al tricolore: sulle due ruote con gli enduristi Miotto, Botturi e Ceci (nomi ben conosciuti anche alla Dakar), sulle quattro ruote con Calubini/Rizzardi, secondi assoluti sulla loro Mitsubishi Pajero nell’edizione 2014, affiancati da un mito delle gare marathon, con Marino Mutti e il suo bisonte Unimog che ha sdoganato la gara turca nella categoria dei camion.
Con le preiscrizioni di fine inverno l’agente italiano garantisce un sensibile sconto sulla quota d’adesione (www.evasioni.org/transanatolia_rally2016.htm), per concedersi una settimana di piena avventura motoristica proprio come sognavamo da ragazzini.
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