La casa automobilistica torinese ha dato mandato ai propri legali per intraprendere un’azione giudiziaria contro la trasmissione “Annozero” per le affermazioni, andate in onda nella puntata del 2 dicembre. Di seguito il comunicato stampa ufficiale e il video della puntata incriminata.
“Fiat Group Automobiles comunica di aver dato mandato ai propri legali per intraprendere un’azione giudiziaria nei confronti dei responsabili della trasmissione televisiva ‘Annozero‘ per le affermazioni andate in onda nella puntata del 2 dicembre 2010 fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società, dei suoi prodotti e dei suoi dipendenti fatte a commento di una pseudo-prova comparativa.
In particolare, Fiat Group Automobiles lamenta che in modo del tutto strumentale ‘Annozero’ abbia illustrato le prestazioni di tre autovetture, fra cui una Alfa Romeo MiTo, impegnate in un test apparentemente eseguito nella stagione autunnale, per concludere, sulla sola base dei dati relativi alla velocità, che i risultati di questa ‘prova’ avrebbero dimostrato una asserita inferiorità tecnica complessiva dell’Alfa Romeo MiTo.
Si trattava di una ripresa televisiva che è stata artificialmente collegata ad una prova comparativa condotta nella stagione primaverile, non con le stesse vetture, dal mensile Quattroruote e poi pubblicata nel numero dello scorso mese di giugno di questa rivista. Quello che, incredibilmente, la trasmissione non ha raccontato è che la valutazione globale di Quattroruote, risultante dalla comparazione dei dati relativi alle prestazioni tecniche, alla sicurezza e al confort ha attribuito all’Alfa Romeo MiTo in versione Quadrifoglio (1.368 cc) una votazione superiore a quella della Citroen DS3 THP (1.598 cc) e della Mini Cooper S (1.598 cc).
Fiat, anche a tutela delle migliaia di lavoratori che quotidianamente danno il loro contributo alla realizzazione di prodotti sicuri e tecnologicamente avanzati, intende pertanto intraprendere un’azione di risarcimento danni (il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficienza) come forma di difesa a fronte di una condotta tanto ingiustificata quanto lesiva della verità”.
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