Secondo quanto pubblicato su “Il Giornale“, per salvare Termini Imerese un soggetto c’è ed è l’unico che ha formulato una proposta che appare seria, oltrechè allettante, perchè contempla investimenti, riassorbimento della manodopera, la creazione di nuovi posti di lavoro, la creazione e la distribuzione di auto elettriche, non solo sul territorio italiano ma nel bacino del Mediterraneo e del Sud Europa.
Il soggetto che sta facendo parlare di sè è Simone Cimino, imprenditore e finanziere che, a quanto pare, ha a cuore le sorti dello stabilimento Fiat e dei siciliani. Oltre alle parole, nella qualità di presidente e amministratore delegato del fondo di Private Equity Cape Natixis, ha esposto i fatti presentando al Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, un documento dettagliato riguardante il polo di Termini Imerese.
In esso, oltre a dichiararsi disponibile assieme ai suoi soci, tra cui il gruppo indiano Reva, a “salvare” lo stabilimento, espone le modalità di intervento indicando gli investimenti necessari e ogni altro elemento utile a dimostrare la consistenza e la serietà del programma. Tra pochi giorni, avrà luogo l’incontro tra il Ministro la Fiat e le parti sociali e in quella sede si avrà notizia anche di altri candidati.
Intanto, sempre secondo quanto pubblicato sul noto quotidiano, si è saputo che l’imprenditore milanese Gian Marco Rossignolo si è tirato indietro e che l’architetto Fuksas vorrebbe trasformare i capannoni in un sito da adibire a cittadella del cinema. Circolano anche voci di un fondo cinese e di un fondo General Motors.
Il progetto che riscuote più credito resta, dunque, quelllo di Cimino che appare articolato e realistico.
Per un approfondimento: Il piano italo-indiano per salvare Termini Pronti a partire nel 2011 (Il Giornale)
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