Nel 2013 la Cina supererà l’Europa con 19,6 milioni di vetture contro 18,3 milioni di auto prodotte nel vecchio continente. A scriverlo è il Financial Times in un interessante articolo che analizza il mercato automotive.
Il mercato cinese è attualmente diviso in due parti: i produttori stranieri vendono modelli premium a prezzi elevati, mentre i produttori nazionali coprono il segmento base.
In Cina ci sono più di 70 marche di auto. Si tratta di una cifra incredibilmente alta, considerato che tutti hanno in comune solo una quota del 30 per cento del mercato delle autovetture. Nel paese più basso è il reddito maggiore è il potenziale per le auto a basso costo. Il segmento premium è, come anticipato, dominato da brand tedeschi quali Volkswagen, Porsche, Audi, BMW e Daimler Mercedes. In particolare, BMW e Mercedes, due brand rivali di auto di lusso, hanno un ampio riscontro in Cina.
Chiaramente, il gruppo automobilistico di Wolfsburg non sta a guardare. E’ prevista, infatti, l’apertura di 2 nuove fabbriche nella terra del dragone al fine di puntare alla vendita di auto di segmento premium, come Audi, Porsche, Bentley e Bugatti, molto ambite dai nuovi ricchi cinesi pronti ad entrare, con i loro capitali, nell’azionariato delle più importanti case europee. Secondo la stampa tedesca, Daimler è pronta ad accogliere investitori cinesi.
Notizie, queste ultime, che sottolineano le difficoltà vissute dal mercato europeo uscito da un 2012 tragico e in procinto di affrontare un 2013 dove un’auto su quattro, in tutto il mondo, sarà cinese.
Il mercato dell’auto in Italia nel 2012 è crollato del 19,87% rispetto al 2011 tornando ai livelli di 33 anni fa, con 1.402.089 unità immatricolate in 12 mesi. A dicembre il calo delle vendite è stato del 22,51% pari a 86.735 unità. Fiat ha chiuso a quota 29,59%, immatricolando 414.920 nuove vetture, segnando un calo del 19,4% rispetto al 2011. Nel solo mese di dicembre le vendite del gruppo torinese sono scese del 20,2% a 25.384 unità, contro le 31.808 del 2011.
Una nota del Lingotto, però, mette in evidenza alcuni aspetti, commentando i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti: “Nel 2012, in uno scenario mai così negativo dal 1979, il Gruppo Fiat ha fatto meglio del mercato, sceso del 19,9 per cento, ed ha aumentato la quota di 0,2 punti percentuali, attestandosi al 29,6 per cento”.
Nello specifico, però, sono in aumento anche le quote annuali dei marchi Fiat, Lancia e Jeep, mentre Panda, Punto, Ypsilon e 500 si aggiudicano i primi quattro posti nella “top ten” dei modelli più venduti nel 2012. Al quinto posto, invece, c’è la Ford Fiesta, seguita dalla Citroen C3, dalla Volkswagen Golf e dalla Volkswagen Polo. Segue in nona postazione l’Alfa Romeo Giulietta e al decimo posto la Toyota Yaris. Il mercato, però, non dà tregua neanche ai marchi automobilistici esteri che chiudono tutti con volumi in calo, Volkswagen compresa. Uniche eccezioni i brand Kia (+39%) e Land Rover (+38,3%). Hyundai Motor Company Italy ha chiuso il 2012 segnando un deciso aumento nella quota di mercato (salita di +0,62% da 2,48% a 3,1%), confermando i volumi dell’anno precedente con 43.435 vetture immatricolate nell’anno.
Negativo anche il bilancio delle vendite dell’usato, in calo nel 2012 del 9,75% con 4.125.266 trasferimenti di proprietà.
Uno dei motivi che ha portato a questa grave situazione europea è di certo crisi del debito nella zona euro, che ha causato un calo della domanda in Europa. Il caro-carburanti, il caro-assicurazioni e le numerose imposte hanno fatto il resto, rendendo il 2012 in Italia un annus horribilis.
Tornando ad analizzare lo scenario mondiale, il Financial Times, mette in evidenza come il 2013 sarà l’anno del sorpasso da parte della Cina che, come anticipato, sulla base di dati delle società di consulenza Ihs, Lmc Auto, Pwc e delle banche d’affari Ubs e Credit Suisse, stima una produzione a quota 19,6 milioni di veicoli leggeri per la prima volta più alta di quella del Vecchio Continente che dovrebbe fermarsi a 18,3 milioni. Si pensi che negli anni ’70, come ricorda l’autorevole quotidiano finanziario britannico, circa un’auto su due di quelle vendute nel mondo era prodotta in una fabbrica europea.
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