Il mercato automobilistico italiano sembra invertire la rotta, ma da una attenta analisi si rilevano alcune anomalie. Il mese di maggio, secondo quanto comunicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha registrato 170.603 unità vendute, il 3,6% in più rispetto alle 164.704 di un anno fa. Per Federauto si tratta, però, di un dato illusorio.
La Federazione Italiana Concessionari Auto evidenzia, infatti, che il mercato è caratterizzato da grandi quantità di kilometri zero che falsificano ulteriormente la lettura del dato.
Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, commenta: “Per un non addetto ai lavori il +3,58% di maggio 2011, rispetto al maggio 2010, potrebbe sembrare un segnale di ripresa. Niente di più sbagliato. E’ invece un dato devastante che conferma il trend negativo istauratosi nel ‘post-incentivi alla rottamazione’ iniziato il 1° aprile 2010. Continuando così chiuderemo l’anno a 1.800.000 immatricolazioni. Un disastro rispetto alla media degli ultimi esercizi che vedeva un mercato a 2.200.000, con punte di quasi 2.500.000. E, nonostante noi fatturiamo il 12% del PIL e nel settore autoveicoli, in Italia, tra dipendenti diretti e indotto, lavorino 1.600.000 persone, il Governo è assente. Non escludo a priori che il deludente risultato elettorale incassato dalla maggioranza alle recenti elezioni amministrative sia da imputare anche alla scarsa attenzione prestata a un settore essenziale come il nostro. Il 12% del PIL e 1.600.000 occupati sono numeri da capogiro. E, tra l’altro, queste persone votano!“.
La conferma viene da Piero Carlomagno, presidente dell’Unione Concessionari del Gruppo Fiat (UCIF), che aggiunge: “Anche a maggio abbiamo registrato un sensibile calo degli ordini, rispetto a quanto consuntivato negli stessi mesi dello scorso anno, e non parlo solo dei dealer del gruppo Fiat. Con questi numeri rischiamo seri problemi di sostenibilità per le nostre aziende e, probabilmente, dovremo dare un ulteriore giro di vite bruciando altre migliaia di posti di lavoro“.
Conclude Pavan Bernacchi: “La crisi dell’auto, in termini di riduzione dell’occupazione, ricorso agli ammortizzatori sociali, riduzione del gettito fiscale, pone un costo sociale imponente. Solo il mancato incasso dell’IVA e di altre imposte costerà quest’anno allo Stato circa 2 miliari di euro. Dopo la pausa imposta dalle elezioni, riteniamo urgente che il Governo si occupi finalmente del rilancio dell’economia – come peraltro autorevolmente sostenuto anche dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia – soppesando anche i segnali provenienti dal mercato auto. Non possiamo che confermare la posizione già espressa nell’incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico, On. Paolo Romani, oggi più che mai avvalorata dai fatti: l’intervento volto a favorire la sostituzione dei veicoli euro 0 – 1 – 2 , con una pianificazione di medio periodo spalmata almeno su tre anni, il sostegno alle vetture a basso impatto ambientale, la rivisitazione del regime tributario degli autoveicoli aziendali, l’impegno a non gravare ancora sugli automobilisti con le accise o l’aumento dell’IPT o altre imposte. E molto altro ancora che presenteremo al prossimo tavolo di lavoro promesso dal Ministro Romani“.
Tornando all’analisi del mercato, nel mese di maggio si conferma il debole andamento degli acquisti delle famiglie, che hanno perso oltre 2 punti e mezzo di rappresentatività sul totale, portandosi al 64,2% (67,2% nei 5 mesi 2011 rispetto al 75,3% di un anno fa). Tutto ciò a fronte del recupero del noleggio e delle società, che registrano incrementi in maggio rispettivamente del 10,4% e 12,4%.
Prosegue, inoltre, la corsa delle motorizzazioni diesel, nel mese al 55,1% sul totale, che contribuiscono – assieme agli sforzi delle Case produttrici nel contenere progressivamente consumi e conseguentemente emissioni delle vetture immatricolate – a ridurre le emissioni medie ponderate di CO2 calcolate sulle nuove immatricolazioni, che in maggio si sono posizionate a 129,6 g/km (-3,6%) e nei primi 5 mesi a 130,3 g/km. Dal punto di vista delle alimentazioni, quelle a basso impatto ambientale in maggio hanno continuato a rappresentare poco più del 5% del totale (12% in maggio 2010).
La struttura del mercato di maggio, infine, evidenzia la crescita dei segmenti C (+13,4%) e D (+7,1%) e, dal lato delle carrozzerie, dei crossover (+74%), delle station wagon (+14,2%) e dei fuoristrada (+8,5%).
Bene il mercato dell’usato
I trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture in maggio hanno evidenziato 418.371 passaggi e una crescita del 7,2%, mentre in gennaio – maggio l’incremento è del 4,6% con 2.022.467 auto trasferite. Il volume globale delle vendite (588.974 autovetture) ha dunque interessato per il 28,97 per cento auto nuove e per il 71,03 per cento auto usate.
Fonte: Federauto, UNRAE
Immagine da: mybanktracker.com
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