L’avvento della telemetria ha rimodellato l’immagine della Formula 1: vedere uno stuolo di ingegneri davanti a numerosi monitor che controllano i dati relativi al comportamento della vettura costituisce ormai una delle tipiche situazioni che si vedono negli autodromi. La telemetria ha dato inizio ad una sorta di rivoluzione silenziosa, creando un insieme di informazioni che fluiscono dalle macchine verso un server che le elabora e le trasmette ad un centro di gestione. Un flusso di dati continuo che consente un processo veloce, più delle stesse F1, di controllo e conseguente ottimizzazione. In questo lavoro un Team riesce ad ottenere un vantaggio significativo su tutti.
Era il 15 novembre 2004, quando il sito della BBC pubblicava la notizia dal titolo “Red Bull snaps up Jaguar F1 team“. Il team, fondato nel 1996 da Jackie Stewart dal nome originario Stewart Grand Prix (motorizzato Cosworth), poi rinominato nel 2000 Jaguar Racing F1 Team, per problemi finanziari passò di mano, per la cifra simbolica di un euro, alla multinazionale austriaca di bevande Red Bull. Dal 2005, la dirigenza ex-Jaguar venne sostituita da un nuovo gruppo diretto da Christian Horner, con Günther Steiner come direttore tecnico. Da allora tutto è cambiato.
Dopo una parentesi con il propulsore Ferrari, in sostituzione di quello Cosworth, nell’ottobre 2006 la scuderia annunciò l’avvento di quello Renault. La squadra, con il parco piloti composta da Mark Webber affiancato da Coulthard, iniziò a migliorare concretamente le prestazioni, ottenendo spesso piazzamenti a punti. Al termine della stagione il Team chiuse al quinto posto con 24 punti, alle spalle della Williams e davanti alla Toyota. Ma è quando dalla scuderia “amica” Toro Rosso (ex Minardi) arrivò Sebastian Vettel in sostituzione di Coulthard, ritiratosi dalla Formula 1, che la scuderia ebbe un crescendo inarrestabile di successi. La squadra ora domina la Formula 1 come la Ferrari, durante i primi anni del 2000, quelli di gloria, con alla guida Michael Schumacher.
E’ tutto questo il segreto che porta alle vittorie, ovvero un buon pilota su una vettura dal propulsore affidabile e dalla aerodinamica efficiente? Secondo un interessante articolo pubblicato su Quartz, no.
Di certo l’ingegneria avanzata e le straordinarie performance di affidabilità, e non solo, del propulsore Renault, rappresentano buona parte dello straordinario successo. Ma è rilevante analizzare come il Team, negli anni, abbia migliorato l’utilizzo dei dati, secondo, ad esempio, il principio del PLM ( Product Lifecycle Management) altamente integrato ed efficiente. Un approccio strategico alla gestione delle informazioni, dei processi e delle risorse
Circa 100 gigabytes di dati, trasferiti, grazie ad una connessione ad internet superveloce, concorrono alla vittoria di un Gran Premio di Formula 1, una infinità di informazioni, quindi, che proviene da quella che viene chiamata telemetria, frutto di più di 100 sensori sparsi sulla vettura che trasmettono dati su ogni aspetto dell’auto e del pilota, direttamente agli ingegneri.
Ma la scuderia Infiniti Red Bull Racing fa di più, ed è l’unica al mondo. Da ogni tracciato, in “tempo reale”, in occasione di ogni Gran Premio o sessione di prova, una mole immensa di dati viene indirizzata dritta verso il centro operativo Red Bull in Gran Bretagna, in una stanza senza finestre, come svelato nell’articolo di Quartz, nella cittadina di Milton Keynes. Circa 24 ingegneri, seduti su quattro file di schermi, analizzano i dati. Ed è qui che spesso si gioca la partita, facendo della proattività l’arma vincente.
S.L.
How To Make An F1 Car: DESIGN AND R&D (Part 1)
How To Make An F1 Car: COMPOSITES (Part 2)
How To Make An F1 Car: MANUFACTURING (Part 3)
Rispondi